di
Francesca Papagni
San
Giovanni Rotondo, 04/05/2016: In onore del Sessantesimo
anniversario della fondazione ospedaliera “Casa Sollievo della
Sofferenza”, struttura fortemente voluta dall'acclamatissimo
Santo frate, ormai protettore del territorio sangiovannese, Padre
Pio da Pietrelcina, l'Auditorium “Mary Pyle” (Foyer
Chiesa di S.Pio), è stato lieto di ospitare un graditissimo e
festoso concerto lirico-sinfonico di alto livello, capitanato
dall'orchestra foggiana del Conservatorio, “Musica Civica”,
condotta mirabilmente dal M°Gianna Fratta, incantevole
direttrice dalla delicata bacchetta aurea, capace di stregare,
mediante un'eccellente metrica eufonica, e un elegante mix di charme
ed estetica, strumentisti e spettatori.
I protagonisti della
serata: A tenere altissimo
l'interesse acustico in sala sono stati i solisti protagonisti, che
meritano una menzione particolare. Il primo violino solista ad
esordire è stato quello del M°Dino De Palma.
L'esecuzione dell'anima giovanile beethoveniana, è stata pressoché
impeccabile, ed ha evidenziato la grazia mite e ben temperata, appena
tormentata nella parte centrale, l'agilità melodica, e la leggiadria
stessa della composizione, la “Romanza n.2 in Fa
maggiore, op. 50.
Il
tenore Frate Alessandro Brustenghi,
personalità fresca, tenera e genuina, sincero ed attento esecutore
dai toni leggeri, neo-melodici e vagamente popolari, è stato il
primo cantante ad esordire. Il pubblico si è lasciato coinvolgere
dolcemente, al primo sguardo, dal quell'aurea di fede e religiosità
sacra emanata dalla sua figura, che, seppur docile e minuta, è
risultata animata al contempo da grande coraggio esecutivo.
La
scelta dei suoi brani si è distinta per il grande senso di umiltà,
benedizione, evangelizzazione e gioia di adempiere alla sacra
missione, con cui Frate Alessandro ha a che fare quotidianamente. (In
ordine: la celeberrima “Ave
Maria” di P.Mascagni,
dalla “Cavalleria
Rusticana; il ricordo
del barocco, rappresentato da “Aria
da Chiesa” di A.
Stradella; la melodia
gregoriana del XIII sec., riadattata in maniera impeccabile
dall'orchestra, “Madonna
de claritate”; la
citazione a San Tommaso
d'Aquino, “Panis
Angelicus”,
elaborazione musicata da C.Franck,
in duetto con il baritono co-protagonista, Matteo
D'Apolito; il popolarissimo
brano di E.De Curtis
“Non ti scordar di me”;
e per finire, dall'”Elisir
D'Amore” di
G.Donizetti, “Ardir!
Ha forse il cielo!”,
in un secondo duetto con il M°D'Apolito.
Il baritono Matteo
D'Apolito, giovane, verace e
poliedrico talento sangiovannese, già consacrato liricamente ai
migliori palcoscenici italiani (Milano, Lucca, Livorno, Piacenza,
Pesaro, Chieti...) e internazionali (Corea del Sud, Benelux,
Bulgaria, Muscat) ha fornito un exhibit musicale di grandissimo
spessore interpretativo, musicale e scenografico. Dotato di una certa
flessibilità vocale, e di una indiscussa presenza scenica, ha dato
prova di uno spelling rispettabile, passando senza difficoltà alcuna
da note gravi ad acute, da gorgheggi a fraseggi musicali complessi,
dalle lingue anglofone ai testi in italiano arcaico dei librettisti
d'opera, senza mai indugiare.
Ottima
oltretutto la proiezione e l'intensità timbrica dei colori della sua
profonda voce. Il repertorio scelto per la serata si è
caratterizzato per eleganza,
sofisticatezza e varietà: cominciando
con la sacralità del “Confutatis”,
tratto dal “Requiem”
verdiano, e con
l'austera aria handeliana,
tratta dai capitoli biblici delle lettere
ai Corinzi,
“The trumpet shall
sounds”, ha proseguito
in seguito sulla falsariga del repertorio buffo, eseguendo in maniera
impeccabile due arie di G.Donizetti,
tratte dall'”Elisir
d'Amore” (“Udite, o rustici”; “Ardir! Ha forse il cielo!”),
trasformandosi per giunta anche in un giocoso e convincente
interprete teatrale.
La
serata è stata animata oltretutto anche da interessanti interventi,
sottoforma di mini-interviste, aventi come protagonisti noti soci
fondatori e dipendenti della struttura “Casa Sollievo della
Sofferenza”, e per concludere dall'esecuzione scorrevole e precisa
– da parte dell'organico orchestrale - dell'”Overture”
del “Barbiere
di Siviglia” di G.Rossini,
dalla commovente “Gabriel's
oboe”, storica colonna
sonora di “Mission”,
composta
dal maestro
E.Morricone, e da un
inaspettato bis dal sapore tradizionale, pezzo cardine della canzone
melodica italiana, “O
Sole mio”, che
ha prevedibilmente mandato il pubblico in visibilio, nell'estremo
finale.