giovedì 5 maggio 2016

« Laudato si': la festosa sinfonia musicale dedicata 60° anniversario della fondazione ospedaliera “Casa Sollievo della Sofferenza”»


di Francesca Papagni



San Giovanni Rotondo, 04/05/2016: In onore del Sessantesimo anniversario della fondazione ospedaliera “Casa Sollievo della Sofferenza”, struttura fortemente voluta dall'acclamatissimo Santo frate, ormai protettore del territorio sangiovannese, Padre Pio da Pietrelcina, l'Auditorium “Mary Pyle” (Foyer Chiesa di S.Pio), è stato lieto di ospitare un graditissimo e festoso concerto lirico-sinfonico di alto livello, capitanato dall'orchestra foggiana del Conservatorio, “Musica Civica”, condotta mirabilmente dal M°Gianna Fratta, incantevole direttrice dalla delicata bacchetta aurea, capace di stregare, mediante un'eccellente metrica eufonica, e un elegante mix di charme ed estetica, strumentisti e spettatori.

I protagonisti della serata: A tenere altissimo l'interesse acustico in sala sono stati i solisti protagonisti, che meritano una menzione particolare. Il primo violino solista ad esordire è stato quello del M°Dino De Palma. L'esecuzione dell'anima giovanile beethoveniana, è stata pressoché impeccabile, ed ha evidenziato la grazia mite e ben temperata, appena tormentata nella parte centrale, l'agilità melodica, e la leggiadria stessa della composizione, la “Romanza n.2 in Fa maggiore, op. 50.
Il tenore Frate Alessandro Brustenghi, personalità fresca, tenera e genuina, sincero ed attento esecutore dai toni leggeri, neo-melodici e vagamente popolari, è stato il primo cantante ad esordire. Il pubblico si è lasciato coinvolgere dolcemente, al primo sguardo, dal quell'aurea di fede e religiosità sacra emanata dalla sua figura, che, seppur docile e minuta, è risultata animata al contempo da grande coraggio esecutivo.
La scelta dei suoi brani si è distinta per il grande senso di umiltà, benedizione, evangelizzazione e gioia di adempiere alla sacra missione, con cui Frate Alessandro ha a che fare quotidianamente. (In ordine: la celeberrima “Ave Maria” di P.Mascagni, dalla “Cavalleria Rusticana; il ricordo del barocco, rappresentato da “Aria da Chiesa” di A. Stradella; la melodia gregoriana del XIII sec., riadattata in maniera impeccabile dall'orchestra, “Madonna de claritate”; la citazione a San Tommaso d'Aquino, “Panis Angelicus”, elaborazione musicata da C.Franck, in duetto con il baritono co-protagonista, Matteo D'Apolito; il popolarissimo brano di E.De Curtis “Non ti scordar di me”; e per finire, dall'”Elisir D'Amore” di G.Donizetti, “Ardir! Ha forse il cielo!”, in un secondo duetto con il M°D'Apolito.

Il baritono Matteo D'Apolito, giovane, verace e poliedrico talento sangiovannese, già consacrato liricamente ai migliori palcoscenici italiani (Milano, Lucca, Livorno, Piacenza, Pesaro, Chieti...) e internazionali (Corea del Sud, Benelux, Bulgaria, Muscat) ha fornito un exhibit musicale di grandissimo spessore interpretativo, musicale e scenografico. Dotato di una certa flessibilità vocale, e di una indiscussa presenza scenica, ha dato prova di uno spelling rispettabile, passando senza difficoltà alcuna da note gravi ad acute, da gorgheggi a fraseggi musicali complessi, dalle lingue anglofone ai testi in italiano arcaico dei librettisti d'opera, senza mai indugiare.
Ottima oltretutto la proiezione e l'intensità timbrica dei colori della sua profonda voce. Il repertorio scelto per la serata si è caratterizzato per eleganza, sofisticatezza e varietà: cominciando con la sacralità del “Confutatis”, tratto dal “Requiem” verdiano, e con l'austera aria handeliana, tratta dai capitoli biblici delle lettere ai Corinzi, “The trumpet shall sounds”, ha proseguito in seguito sulla falsariga del repertorio buffo, eseguendo in maniera impeccabile due arie di G.Donizetti, tratte dall'”Elisir d'Amore” (“Udite, o rustici”; “Ardir! Ha forse il cielo!”), trasformandosi per giunta anche in un giocoso e convincente interprete teatrale.


La serata è stata animata oltretutto anche da interessanti interventi, sottoforma di mini-interviste, aventi come protagonisti noti soci fondatori e dipendenti della struttura “Casa Sollievo della Sofferenza”, e per concludere dall'esecuzione scorrevole e precisa – da parte dell'organico orchestrale - dell'”Overture” del “Barbiere di Siviglia” di G.Rossini, dalla commovente “Gabriel's oboe”, storica colonna sonora di “Mission”, composta dal maestro E.Morricone, e da un inaspettato bis dal sapore tradizionale, pezzo cardine della canzone melodica italiana, “O Sole mio”, che ha prevedibilmente mandato il pubblico in visibilio, nell'estremo finale.

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