domenica 11 maggio 2014

"Per un grammo di gioia", il flusso di coscienze di Lucy Gemma - Recensione

Ben ritrovati, cari lettori.

Il post di oggi è dedicato alla recensione della mia lettura ultima, alla quale riservo una particolare menzione.

L'autrice del libro, nonché mia carissima amica, è una giovane scrittrice emergente pugliese, di grande temperamento, poiché dinanzi alla sua opera prima, non si è affatto lasciata intimorire dalle correnti tumultuose di quell'immenso mare che è l'editoria. Come un esperto navigante, che prudente sfida e vince con arguzia le insidie delle tempestose acque, allo stesso modo, Lucy Gemma, è riuscita ad approdare vittoriosa nel mondo della narrativa, e lo fa con grande naturalezza stilistica, come se già il suo nome fosse scritto da anni nell'elenco degli scrittori più amati del nostro tempo.


Titolo: Per un grammo di gioia
Editore: Aletti Editore
Autore: Lucy Gemma
Collana: “Gli emersi – Narrativa”
Pagine: 66
Prezzo: 12,00 €



“I treni raccontano storie pazzesche, John, storie inverosimili. Ci sali con i tuoi dubbi da quattro soldi e quando sei a destinazione scendi con l'anima a brandelli. Succede tutto in settanta, duecento, cinquecento chilometri, e nemmeno ti riconosci più. La tua faccia è stravolta. Potresti essere chiunque. E invece sei ancora quell'idiota maledetto.”


Nella raccolta di racconti, riuniti in un grazioso volumetto denominato “Per un grammo di gioia”, è l'amore il filo d'oro che attraversa e mescola le pagine delle storie narrate. L'autrice contempla, come un'asceta all'ingiù, la meravigliosa danza di due anime che si intrecciano. È un flusso di coscienze, di immagini, di sentimenti ed emozioni irripetibili, che si trasformano in racconto. È l'ideogramma di una passione, del desiderio di amare e di essere amati. I protagonisti dei vari racconti, come foglie d'erba cullate dai sospiri del vento, oscillano tra il desiderio, la disperazione, il vuoto di un amore perduto, volato via, e la gioia di un'anima che trova il suo contrappunto, i segreti sospiri di un cuore ubriaco d'amore ed il bisogno di un altro assoluto. Si potrebbe riassumere con una semplice frase: “Amor, ergo sum” , “Esisto, perché sono amato”. È forse in questo tutta l'essenza, il profumo, la poesia, dello stringere in un pugno un grammo di gioia.

Elemento che stabilisce il carattere scenico-narrativo dei racconti è il dialogo, utilizzato ampiamente dall'autrice. I dialoghi, volti a sottolineare quell'enfasi amorosa propria dei personaggi, risultano talmente ardimentosi da far sembrare reale la scena descritta, come se si stesse svolgendo proprio sotto gli occhi ipnotizzati del lettore. Per la sua discorsività “Per un grammo di gioia” è un libro che si legge in pochissimo tempo (è infatti composto da sole 66 pagine), ma risulta evidente che non è il numero di pagine a pregiudicarne la qualità.


La raccolta si compone di quattro blocchi narrativi, intitolati rispettivamente: “Arancio di rosa e azzurro”, “Come in un sogno”, “Dietro casa”, e “Amori sgualciti”, e all'interno di essi si snodano alcune brevi storie tra loro collegate. Si tratta di storie quotidiane, ma psicologicamente complesse, e tutte, a loro modo, sono intrise di Amore, quel sentimento dalle mille facce, provocatore di inenarrabili sommosse interiori, che sconvolge la vita dei protagonisti.


L'amore, dapprima puro e incondizionato, in cui “l'uno è il tutto”, si trasformerà in un amore tradito, rassegnato, solcato dall'atrocità del ricordo dei tempi passati. Per uno dei protagonisti la consapevolezza dell'abbandono diventerà quindi dura realtà da accettare, e solo la rassegnazione potrà apportare un'apparente serenità interiore.

“Ti ho amato anche quando amavi una donna qualunque, non si può smettere...”


Riflessioni, corrispondenze e coincidenze sono il contorno dell'imprevedibilità di questo immenso sentimento. Le vie dell'amore sono effimere, e l'abilità dell'autrice nel rendere queste sensazioni reali è notevole.

“Avevo tra le mani il suo cuore, la più stupida bussola del mondo, segnava le mete più irragiungibili e lo faceva senza alcuna certezza, seguirlo significava non sapere niente di niente, abbandonarsi all'illusione di raggiungerlo e di riuscire a mettere a posto quel cuore malato. Speravo di poterlo salvare da sé stesso, la più grossa presunzione che potessi disegnarmi nella testa. Magari domani è felice. Magari domani mi ama...”


Lo stile di Lucy Gemma è essenziale, ma allo stesso tempo articolato, intrigante ed emozionante. Le sue parole sono scelte con cura, proprio per colpire il lettore. Nel corso dei racconti l’autrice ci dà la possibilità di viaggiare con la mente. Con una paratassi breve ma curata, e con dialoghi che a tratti ricreano un'atmosfera pirandelliana, suscita una grande varietà di emozioni; una volta terminata la lettura se ne sente subito la mancanza.
Evidenti, per chi è avvezzo a letture di stampo moderno, sono richiami a Baricco e Bukowski.
Il testo è consigliato ad ogni tipo di pubblico, in particolare a coloro che vogliono leggere delle storie in grado di emozionare e di sorprendere, a coloro che vogliono gustare a pieno il sapore che solo quel grammo di gioia è in grado di regalarci.

« Phil...»
« Sì...»
« Nulla, solo... Phil».
« Perché?»
« Amo pronunciare il tuo nome. E amo il tuo – sì -. Mi fa sentire meno sola. »

Rinnovo i complimenti alla mia amica, e vi invito numerosi ad acquistare questo libro, perché è davvero meritevole. È bene sostenere il talento emergente, soprattutto se proviene da una mente giovane e creativa, e allo stesso tempo consapevole.



Francesca Papagni


La recensione è visibile (con qualche piccola modifica) anche sul quotidiano online www.ventonuovo.eu, alla voce Musica, Poesia e Letteratura. Per leggerla, clicca QUI.

venerdì 9 maggio 2014

Welcome to my blog!

Salve a tutti, graditi lettori capitati casualmente in questo mio polveroso antro del web.
Sono molto lieta di annunciarvi che sta nascendo la mia prima piccola opera omnia, fatta di citazioni, analisi, condivisioni artistico-letterarie, e tanto altro, che sarà visibile a sprazzi giornalieri sul mio spazio web denominato: " http://paroledassenzio.blogspot.it " .
Dopo svariato tempo, ho deciso di tornare a scrivere, per condividere con voi, qualora lo vogliate, la mia visione del mondo, visione che senza ombra di dubbio si sposa con l'Arte in ogni sua forma, con l'aggiunta di una piccola sfumatura esistenzialista.
Ciascun individuo ha una sua propria predilezione, e credo che la mia sia questa: mettere nero su bianco ogni sfaccettatura, recondita e non, che il mio ingegno riesce a scorgere fra le mattonelle di quel pavimento escheriano meglio conosciuto con la parola "vita". E proprio il connubio vita-arte, come avrete ben appreso, sarà il tema centrale di ogni post che vedrete pubblicato nel corso del tempo; la scissione di tale binomio, per me, equivale alla morte dell'ingegno. E, in un mondo che ci risucchia ogni giorno sempre più dentro a un vorticoso tornado di confusione, è fondamentale, per sopravvivere, correre ai ripari, lasciando che il sole dell'immaginazione ripristini il sereno, spazzando via il frammentario vento generato da quella confusione.
Non una sola parola, qui inscritta, vuole rifarsi a quell'insolenza, a quella perspicace saccenteria, che vuole a tutti i costi farsi notare, purtroppo visibile in alcuni contesti simili. Sono parole vere, sentite, che vengono spontaneamente dalla mia mente, per il solo piacere della condivisione, e le mie mani si limitano a trasporle sui tasti di un computer. Del resto, per concludere a tema, mai citazione pirandelliana fu più azzeccata: "La vita o si vive o si scrive, io non l'ho mai vissuta, se non scrivendola."
Saluti, e arrivederci al prossimo post che verterà su una mia piccola presentazione autobiografica, e spiegherà l'etimologia del titolo di questo blog, per l'appunto "Parole d'Assenzio".
Francesca, o F
P