lunedì 13 ottobre 2014

L’arte di ricordare il destino umano: Mondiano conquista il Nobel per la letteratura 2014

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È andato al 69enne francese Patrick Modiano il premio Nobel 2014 per la Letteratura. Scelto tra 210 scrittori, 36 dei quali candidati per la prima volta, il vincitore, deciso dai 18 giurati dell’Accademia Reale Svedese, è stato annunciato alle 13 precise del 9 ottobre a Stoccolma. Figlio di un ebreo francese di origini italiane e di un’attrice belga, Modiano è nato nel 1945 a Boulogne-Billancourt. Ha debuttato nella narrativa nel 1968 con La place de l’Etoilepubblicato da Gallimard. È oggi considerato uno dei più importanti narratori francesi.

Dice di Mondiano la critica: «L’arte di ricordare con cui ha evocato i destini umani più difficili da comprendere ha svelato l’universo dell’occupazione».

L’autore francese ha fatto della sua abilità scrittoria l’espediente con il quale è possibile rammentare il passato, che riaffiora puntualmente nella coscienza dei personaggi che animano le sue storie.
Come in L’orizzonte, infatti, le sue opere sono il frutto di una ricostruzione accurata degli eventi storici come la Seconda guerra mondiale, che hanno coinvolto persino il padre il quale, nel 1943, fu arrestato dal regime nazista, ma riuscì a fuggire grazie ad alcune conoscenze maturate fra i collaborazionisti. Di qui l’importanza, per lo scrittore, di ricordare gli episodi che hanno segnato l’umanità; il tutto elaborato con una scrittura limpida e intima, che dà la giusta musicalità alle parole che diffondono messaggi importanti. Non importa in che modo questi messaggi affiorino – se con un taccuino, come quello usato dal personaggio Jean Bosmans, oppure con l’incontro inaspettato fra un uomo e una donna come nel romanzo Un pedigree (Einaudi, 2006) –, l’importante è, appunto, non dimenticare.
La memoria ha una circolarità quasi perfetta. In quella degli eventi e del quotidiano raccontata nei romanzi di Patrick Modiano vale la stessa regola, una sorta di eterno ritorno che fa incontrare in atmosfere espressioniste ma non meno romantiche i suoi fantasmi più o meno inconsci: la guerra, il destino, la volatilità del tempo, la fuga e il pedinamento, la ricerca di un’identità, l’impossibilità di afferrare nettamente l’attimo e le vite, l’etereo volto delle donne. E una città, la sua Parigi periferica di Boulogne-Billancourt dove è nato nel ’45, che nei libri diventa la Parigi nebulosa del quartiere latino, del lungosènna, delle brasserie e dei caffè fumosi, nella quale Modiano travasa l’intimità enigmatica e a tratti noir del Simenon di provincia non giallista. Modiano è il narratore di un’umanità sguinzagliata dalla Storia che si affanna per trovarsi, ogni giorno.
La letteratura, dunque, si fa autobiografia. Brevi flashback si affastellano nella sua mente e non lo abbandonano fino a quando non avrà costruito la sua personale carta d’identità, il suopedigree. I volti, i nomi e le storie si combinano fra loro come le tessere di un puzzle dalle quali trapela un’epoca caratterizzata dall’orrore e dal disastro, ma anche dalla speranza di un futuro migliore. Perché quel pedigree è utile all’autore, che vuole liberarsi dalle delusioni affettive che hanno segnato la sua gioventù.
Nato il 30 luglio 1945 a Boulogne-Billancourt, nella regione dell’Île-de-France, da Albert Modiano – un ebreo francese di origini italiane – e da Louisa Colpijn, un’attrice belga di etnia fiamminga, dapprima studia in Alta Savoia, poi al liceo Henri-IV di Parigi, dove ha la fortuna di conoscere lo scrittore e matematico franceseRaymond Queneau, il quale gli aprirà le porte di quel mondo incantato che è la letteratura. Tuttavia col tempo questo rapporto fra insegnante e allievo si trasforma in amicizia, tant’è che il primo romanzo dello scrittore francese La Place de l’Étoile (Gallimard, 1968) è rivisto dallo stesso Queneau. Con questo romanzo ottiene un importante riconoscimento, il Prix Roger-Nimier. Fin da subito, perciò, dimostra di possedere grandi doti affabulatorie.
Da quel momento in poi la carriera di Patrick Modiano è in ascesa. Nella sua intera produzione, infatti, si ricorda Rue des boutiques obscures, con cui nel 1978 vince il premio GoncourtDora Bruder(Guanda, premio Bottari Lattes Grinzane Cavour sezione La Quercianel 2012), senza tralasciare i romanzi pubblicati in Italia dalla casa editrice Einaudi: Bijou(2005), Un pedigree (2006), Nel caffè della gioventù perduta (2010) e L’orizzonte (2012).
Patrick Modiano è riconosciuto, dunque, fra i più importanti scrittori contemporaneiviventi e grazie al Nobel vinto il 9 ottobre 2014 ha aumentato notevolmente il suo prestigio letterario. È stato scelto tra famosissimi scrittori, che già da anni figurano come possibili vincitori – Haruki Murakami e Umberto Eco ne sono un esempio. Quest’anno, con lui, a vincere è l’arte della memoria, l’arte della frammentarietà ricomposta: «Quei frammenti di ricordi corrispondevano agli anni in cui la tua vita è disseminata di bivi, in cui ti si aprono così tante strade da avere l’imbarazzo della scelta».
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